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Riflessioni sulla Zingarata Sarda, le Colonne, il mito di Atlante, di Lorenzo Braccesi

venerdì 21 gennaio 2005

Ha senz’altro ragione Sergio Frau a strattonarci, sequestrarci e richiamare la Sardegna all’attenzione degli studiosi della colonizzazione greca. Di fatto, essa è la grande “assente” negli studi sulla grecità occidentale e sulle periferie di quella grecità.

Basterebbe a sollecitarne l’interesse, nel secolo VI, l’iscrizione con il trattato fra i Sibariti e i Serdaioi, che coinvolge la dirimpettaia città di Poseidonia/Paestum, nonché - nel secolo V a.C. - la diffusione di tradizioni e leggende (fra cui quella troiana) di matrice ateniese. La medesima matrice che informa saghe “attiche” che sono prepotentemente attestate anche nelle limitrofe Baleari. Non dobbiamo mai dimenticare che la Sardegna, per Erodoto, è ’terra promessa’ agli occhi dei Greci della Ionia. Non dobbiamo dimenticare che fra gli obiettivi primari del delirante imperialismo occidentale di Atene, nell’età di Pericle, figurano anche l’Etruria e Cartagine. Ma cosa significa Cartagine?
Con giustificabile approssimazione significa proprio la Sardegna. Ha probabilmente ragione Sergio Frau a individuare nella Sardegna la mitica terra di Atlante, cara a leggende ancestrali la cui ultima eco approda in Platone.
Ha probabilmente ragione Sergio Frau nel postulare una catastrofe naturale che, verso il 1175, provoca l’esodo delle genti dell’isola, portatrici della cultura nuragica, verso altra terra.
Ha probabilmente ragione Sergio Frau nell’individuare la terra dell’esodo nell’Etruria, dove i Sardi - dando vita a una rinnovata civiltà - esportano le loro tecnologie avanzate in campo metallurgico e in campo di strutture difensive, guadagnandosi l’appellativo di “Popolo delle Torri”, ovvero trasmettendone memoria.
Ha anche ragione Sergio Frau nel postulare un’originaria localizzazione delle Colonne di Eracle/Melqart al Canale di Sicilia. Localizzazione che, a mio avviso, potrebbe essere nata tanto in ambiente miceneo-cretese quanto in ambiente fenicio, ovvero per fantasia dei Popoli del Mare. Si tratta di un’intuizione felicissima!
Ma ha torto Sergio Frau nel volerla cronologicamente dilatare nel I millennio, e fino all’età di Eratostene. Si tratta, invece, di un’originaria localizzazione di II millennio, la cui eco giunge fino a Platone. Il quale non pensa alla Sardegna perché, per lui, essa è ormai “al di qua” e non “al di là” delle Colonne di Eracle/Melqart. Non escluderei che le Colonne di Melqart, dai Fenici poste alle origini sul Canale di Sicilia, siano state trasportate a Gibilterra dai naviganti eubei fra i secoli IX e VIII col nome di Colonne di Briareo, ritornando poi a essere, nel medesimo sito, Colonne di Eracle/Melqart per influsso congiunto elleno/foceo-fenicio.
Ma anche una tale rettifica non inficia il ragionamento di Sergio Frau, cui dobbiamo essere oltremodo grati: l’Atlantide riappare, rimane in Sardegna, e l’isola, sul declinare del secondo millennio, è pur sempre teatro di una grande catastrofe naturale che spinge i suoi abitanti - portatori della cultura nuragica - a emigrare in Etruria.