Home > Atlantikà > Un bilancio, i progetti > La Giuria degli Esperti > Il Grecista / Lorenzo Braccesi
Il Grecista / Lorenzo Braccesi
venerdì 21 gennaio 2005
Divago sulle divagazioni di Frau, tanto originali, quanto rivoluzionarie. Spesso le intuizioni più felici provengono dai non addetti ai lavori.
Tale è quella di Frau che le Colonne di Eracle abbiano avuto una loro originaria ubicazione presso il Canale di Sicilia, dove probabilmente anche Minosse aveva posto ”li suoi riguardi”. è questa l’intuizione di fondo dalla quale nasce il libro, che ha un’altra sua idea di forza nel tema dell’assoluta interscambiabilità, anche onomastica, fra l’Eracle greco e il Melqart fenicio. Ma, a mio avviso, l’intuizione di Frau non va intesa nel senso che Colonne di Eracle ubicate presso il Canale di Sicilia abbiano costituito una barriera per la navigazione greca di età arcaica o classica, alla quale erano familiarissimi tutti i mari dell’Occidente, che non scambiavano certo per spazi oceanici. Bensì nel senso che talune tradizioni leggendarie perpetuavano, a livello inconscio, memoria di uno spazio oceanico che in un’età molto, molto precedente era stato inteso, anche dalla protogrecità come pertinente il Mediterraneo occidentale. In un’epoca nella quale la grecità di secondo millennio non aveva ancora scoperto come abituale la via per l’occidente che passava, sulla rotta settentrionale, attraverso lo stretto di Messina.
Così quando i greci, in età classica, divulgano il mito dell’Atlantide sono senz’altro convinti che essa si sia trovata al di là di Gibilterra, ma la tradizione cui attingono, poteva benissimo averla ubicata in un remotissimo e non più storicizzabile passato, al di là di Colonne di Eracle poste proprio sul Canale di Sicilia. Così quando i Fenici commerciano insieme ai Greci a Tartesso, o ne vietano loro l’accesso, controllano un orizzonte emporico che è posto al di là di Gibilterra ma nulla vieta che, per essi, sia esistita un’altra Tartesso - pur essa ricca di miniere di argento - in Sardegna, e quindi al di là di Colonne di Eracle situate originariamente sul Canale di Sicilia.
C’è allora da domandarci chi per primo abbia collocato le Colonne di Eracle o di Melqart sul Canale di Sicilia. I Greci o i Fenici? A mio avviso, se Frau - come credo - ha ragione, sono stati i Fenici, unicamente interessati a raggiungere il mediterraneo occidentale lungo la rotta meridionale. I Fenici che, provenienti da Tiro, fondano al di là del Canale di Sicilia, la loro grande colonia di Cartagine. Ma disponiamo d’un qualche indizio per congetturare che le Colonne di Eracle siano state all’origine colonne di Melqart, e che esse, dai Fenici, siano state collocate sul Canale di Sicilia? Un indizio l’abbiamo, se pure tenuissimo. Strabone - intervistato da Frau - gli dice: “I Gaditani ricordano un oracolo dato ai Tirii che imponeva di fondare una colonia oltre le Colonne di Eracle”. Qui i Gaditani, facendo proprio un oracolo che doveva essere ampiamente circolante in ambito fenicio, intendono le colonne in relazione a sé stessi, e quindi in funzione di un’ubicazione presso Gibilterra. Ma l’oracolo dei Tirii, nella sua genesi più remota, non può che riferirsi alla colonia per eccellenza, alla regina delle colonie: quindi a Cartagine. Se la deduzione è esatta, resta provato quanto abbiamo detto: cioè che originariamente le Colonne di Eracle erano Colonne di Melqart collocate dai Fenici sul Canale di Sicilia. Il che conferma la validità delle argomentazioni di Frau, se pure con qualche lieve correttivo di rotta quale solo può suggerire la pedanteria di un professore di storia greca.
*Docente di storia antica all’Università di Padova.
Postfazione alla prima edizione de “le Colonne d’Ercole. Un’inchiesta”, aprile 2002.