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"La Sardegna (che non esiste) di Sergio Frau", l’invito di Alessandro Usai

venerdì 21 gennaio 2005

E MAIL/Invito di Alessandro Usai (Soprintendenza di Cagliari) per promuovere l’appello.

A nome del gruppo promotore, diffondo in allegato al presente messaggio un appello agli studiosi in relazione alle ipotesi avanzate dal giornalista Sergio Frau sull’identificazione di Atlantide con la Sardegna, sulla presunta disastrosa fine della civiltà nuragica, sul ribaltamento dei rapporti tra le civiltà mediterranee delle età del bronzo e del ferro. Una fantasiosa inchiesta , quale è il libro "Le colonne d’Ercole", viene ormai presentato e propagandato come un testo di rilievo scientifico, purtroppo con l’avallo di alcuni studiosi, quasi tutti non sardi e non conoscitori degli studi archeologici e geologici condotti in Sardegna negli ultimi cinquant’anni. Forte di questo avallo, Frau conduce una campagna di mistificazione e denigrazione ai danni di tutti i ricercatori operanti in Sardegna e soprattutto ai danni delle Soprintendenze archeologiche, ritenute colpevoli di nascondere le prove della verità da lui rivelata. Con questo appello, gli studiosi seri e attenti al rigoroso rispetto dei metodi scientifici della ricerca nelle proprie singole professioni, ribadiscono alcuni punti fondamentali dei risultati delle ricerche fin qui condotte. Scusandomi per il disturbo che arreco, trasmetto il testo dell’appello e l’elenco dei firmatari aggiornato a questo momento. Le gradite adesioni potranno essermi comunicate per e-mail agli indirizzi sotto riportati. Ringrazio e porgo i miei più distinti saluti.

Alessandro Usai
Soprintendenza per i Beni Archeologici delle province di Cagliari e Oristano
ausai@beniculturali.it
alessandro.usai@tiscalinet.it

L’Appello del Gruppo Promotore (inizi dicembre 2004)

APPELLO AGLI STUDIOSI DI SCIENZE DELL’ANTICHITA’ DEL MONDO MEDITERRANEO

Archeologi, Geologi, Storici, Filologi, Glottologi, Antropologi, studiosi e professionisti di varie discipline, impegnati a vario titolo nello studio delle antiche civiltà del Mediterraneo e particolarmente della Sardegna, ritengono importante fare alcune considerazioni su recenti intorno al passato della Sardegna. Premesso che ognuno può trattare e interpretare ciò che vuole come meglio crede, è bene precisare che dal punto di vista della ricerca scientifica, da cui gli studiosi estensori di questo appello non intendono prescindere, è utile fare le seguenti precisazioni:

1. solo su un piano di fantasia può essere divertente ipotizzare una identificazione della Sardegna con la mitica isola platonica di Atlantide, con l’immaginaria sede dei beati Iperborei, con l’Eden biblico e col mondo dell’aldilà della tradizione classica e cristiana;

2. in modo particolare, l’Atlantide di Platone non è un dato storico riferibile a un determinato luogo e a un determinato tempo, ma è solo una costruzione poetica e utopistica a fini esplicativi, riconosciuta come tale già dal discepolo Aristotele, che affonda le radici in una serie di miti largamente diffusi nel mondo antico, radicati nella consapevolezza della fragilità delle conquiste della civiltà di fronte allo strapotere della natura e rafforzati dalla memoria di catastrofi naturali effettivamente accadute e documentate come l’eruzione del vulcano di Thera nelle Cicladi, tra il XVII e il XVI sec. a. C.;

3. la moderna ricerca archeologica e storica evita il ricorso a cataclismi, invasioni e migrazioni come spiegazione risolutiva dei cambiamenti culturali, e può accogliere tali elementi solo come fattori concomitanti nel quadro di ricostruzioni interpretative di tipo sistemico su scala geografica adeguata;

4. quanto espresso al punto precedente vale in particolare per la dissoluzione delle organizzazioni politico-economiche esistenti nel Mediterraneo orientale negli ultimi secoli del II millennio a. C.;

5. sulla base dei risultati acquisiti in circa 200 anni dalla ricerca archeologica e geologica, è possibile affermare che non esiste in Sardegna alcun indizio di un’ipotetica inondazione, provocata da un fenomeno geologico ipoteticamente verificatosi nei mari circostanti la Sardegna intorno all’anno 1175 a. C.;

6. non esistono indizi di una tale inondazione nemmeno nelle terre che circondano la Sardegna lungo tutto l’arco costiero del Mediterraneo occidentale;

7. la civiltà nuragica non scomparve improvvisamente nel XII sec. a. C. e men che mai a seguito di un cataclisma: ciò è testimoniato senza ombra di dubbio dalla grande fioritura, in ogni angolo dell’Isola, degli insediamenti riferibili alla fase denominata Bronzo Finale, che secondo i più recenti aggiustamenti cronologici occupa proprio il periodo compreso tra l’inizio del XII e la seconda metà del X sec. a. C. e a cui risalgono i manufatti nuragici rinvenuti sull’acropoli eoliana di Lipari in associazione col contesto indigeno Ausonio II e con ceramiche micenee del periodo detto Tardo Elladico III C;

8. non è mai esistita un’"età del fango" e non è mai esistita una contrapposizione tra la "Sardegna dei giganti abbattuti" (cioè dei nuraghi distrutti del Campidano, della Marmilla e del Sinis) e una "Sardegna dei giganti intatti dell’interno": a chiunque li osservi con un minimo di spirito critico appare evidente che tutti i nuraghi si presentano danneggiati in misura dipendente dai tipi di pietra impiegati, dai vari fattori di dissesto (imperfezioni strutturali, agenti atmosferici e altri agenti naturali come le radici degli alberi, demolizioni intenzionali) e infine dal plurimillenario prelievo di materiale lapideo per la costruzione dei fabbricati di età successiva, dai tempi dell’espansione fenicia a oggi; ed è evidente che quest’ultimo fattore deve essere stato determinante proprio nel Campidano, nella Marmilla e nel Sinis, regioni agricole e povere di pietra da costruzione. Quel che ricopre non solo i nuraghi del Bronzo Medio e Recente, ma anche gli insediamenti del Bronzo Medio, Recente e Finale e dell’Età del Ferro, e perfino le strutture erette durante i secoli sopra e accanto ad essi, non è "fango": sono invece diversi strati di crollo e di ricostruzione, riferibili a molte fasi scaglionate nel tempo;

9. se a puro titolo di esempio si considera il noto complesso nuragico di Barumini (dove gli scavi e i restauri continuano ancora oggi procurando informazioni perfettamente in linea con tutto quanto si ricava dalle numerosissime indagini compiute o in corso in tutta la Sardegna), emerge con assoluta evidenza che gli strati di crollo del monumento e dell’abitato circostante ricoprono omogeneamente i resti delle strutture nuragiche e punico-romane realizzate nel corso dei secoli, in parte prima e in parte dopo la data della presunta inondazione; anzi i resti particolarmente evidenti degli abitati del Bronzo Finale e della Prima Età del Ferro, successivi a tale ipotetico fenomeno, si conservano ben sotto il livello considerato come prova del ristagno conseguente all’inondazione, e che invece non costituisce altro che un labile segno di interruzione tra una campagna di scavo e la successiva;

10. non esiste in Sardegna alcuna traccia delle migliaia di cadaveri umani ed animali che il presunto cataclisma avrebbe dovuto provocare, e di cui immaginando che siano stati recuperati uno per uno dal fango e bruciati senza spiegare chi e come avrebbe potuto recuperarli e bruciarli;

11. al di là dei dettagli interpretativi, che restano legittimamente sottoposti alle discussioni e alle verifiche anche interdisciplinari, vi è sostanziale concordanza di principi, metodi e conclusioni tra gli archeologi pertinenti alle varie scuole e a diverse nazionalità;

12. la dissoluzione della civiltà nuragica resta un fenomeno storico da indagare con ampiezza di metodi operativi e interpretativi, peraltro già diffusamente applicati in Sardegna e vivacemente discussi col libero apporto di tutti gli studiosi interessati; non è accettabile l’imposizione di un’unica soluzione precostituita, per di più evidentemente inadeguata;

13. nonostante le numerose indubitabili testimonianze di connessione tra la Sardegna e la fascia costiera medio-tirrenica durante le età del Bronzo e del Ferro, non è condivisibile l’ipotesi del trasferimento in massa dei sardi nuragici sopravvissuti alla presunta inondazione, né un tale fatto potrebbe essere considerato evento determinante per la nascita della civiltà etrusca;

14. pur con innovazioni a tutti i livelli e con apporti culturali di varia provenienza, non può essere posta in dubbio la fondamentale continuità della protostoria dell’Italia centrale tirrenica, dalle comunità protourbane del Bronzo Finale e della Prima Età del Ferro alle comunità urbane etrusche;

15. una connessione diretta e organica tra la civiltà nuragica e quella protoetrusca ed etrusca è comprovata, ma solo a livello di scambi di beni di pregio, merci varie e tecnologia, a livello di matrimoni tra famiglie aristocratiche e di normali spostamenti di alcuni elementi umani, non certo di migrazioni di massa; ma questi apporti nuragici in Etruria non assurgono mai al rango di elementi costitutivi e identificativi della cultura locale che resta altra cosa, ben separata e distinta da quella nuragica;

16. indipendentemente dalla presunta connessione dell’etnonimo "Tyrrhenòi" con le torri nuragiche, i nomi con cui gli Etruschi chiamavano se stessi (Rasna, Rasena o Rasenna) non hanno alcun riscontro nella toponomastica sarda e nella tradizione storica e letteraria concernente la Sardegna;

17. sul piano scientifico è insostenibile la recente revisione e deformazione del quadro storico dell’intera area mediterranea e vicino-orientale, in cui si crea una sostanziale confusione per non dire identità tra Sardi, Etruschi, Fenici, Ebrei, Filistei-Peleset, Shardana e altri "popoli del mare", Kaphtor-Keftiu, Celti, e perfino gli abitanti della mitica e biblica Tarshish e i Feaci dell’omerica Scheria e in cui l’elemento sardo o presunto tale viene presentato sempre come predominante e determinante;

18. è ugualmente inaccettabile la totale svalutazione del grandioso fenomeno storico della colonizzazione fenicia e punica, strappato alle sue origini culturali e linguistiche vicino-orientali e inesorabilmente ricondotto a un unico centro propulsore individuato nella sarda Tharros;

19. nessun archeologo ha mai espresso esplicito consenso per le ipotesi sopra ricordate, solo alcuni studiosi si limitano a esporre considerazioni e consensi limitatamente alla collocazione delle cosidette "Colonne d’Ercole";

20. nessuno degli studiosi firmatari del presente appello crede che la Sardegna della preistoria, della protostoria e della storia sia stata isolata, arretrata e ignorata, ma nemmeno accetta l’insostenibile slogan di una Sardegna origine e fine di tutte le civiltà mediterranee o approva il tentativo di rinchiudere nel mito le sue millenarie vicende;

21. su queste e su altre questioni e visioni si ribadisce il primato della ricerca scientifica sulle pur buone ragioni dell’immaginazione.

ELENCO DEI FIRMATARI DEL PRESENTE APPELLO
(OVVERO: "IL GRUPPO PROMOTORE" CHE PASSERA’ ALLA STORIA...)

(da sistemare in ordine alfabetico)

N. B. La firma implica l’accettazione consapevole del contenuto e il consenso alla divulgazione anche tramite stampa, televisione, internet, ecc.

1. Alessandro Usai (Archeologo - Soprintendenza per i Beni Archeologici di Cagliari e Oristano)

2. Paolo Bernardini (Archeologo - Soprintendenza per i Beni Archeologici di Cagliari e Oristano)

3. Emerenziana Usai (Archeologa - Soprintendenza per i Beni Archeologici di Cagliari e Oristano)

4. Donatella Mureddu (Archeologa - Soprintendenza per i Beni Archeologici di Cagliari e Oristano)

5. Maria Rosaria Manunza (Archeologa - Soprintendenza per i Beni Archeologici di Cagliari e Oristano)

6. Donatella Salvi (Archeologa - Soprintendenza per i Beni Archeologici di Cagliari e Oristano)

7. Donatella Cocco (Archeologa - Soprintendenza per i Beni Archeologici di Cagliari e Oristano)

8. Carlo Tronchetti (Archeologo - Soprintendenza per i Beni Archeologici di Cagliari e Oristano)

9. Maurizia Canepa (Archeologa - Soprintendenza per i Beni Archeologici di Cagliari e Oristano)

10. Luisanna Usai (Archeologa - Soprintendenza per i Beni Archeologici di Sassari e Nuoro)

11. Gabriella Gasperetti (Archeologa - Soprintendenza per i Beni Archeologici di Sassari e Nuoro)

12. Daniela Rovina (Archeologa - Soprintendenza per i Beni Archeologici di Sassari e Nuoro)

13. Rubens D’Oriano (Archeologo - Soprintendenza per i Beni Archeologici di Sassari e Nuoro)

14. Angela Antona (Archeologa - Soprintendenza per i Beni Archeologici di Sassari e Nuoro)

15. Antonio Sanciu (Archeologo - Soprintendenza per i Beni Archeologici di Sassari e Nuoro)

16. Dorica Manconi (Archeologa - Soprintendenza per i Beni Archeologici dell’Umbria)

17. Grete Stefani (Archeologa - Soprintendenza per i Beni Archeologici di Pompei)

18. Daniela Serra (Ingegnere - Direzione Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici della Sardegna)

19. Francesca Gallus (Ingegnere - Soprintendenza per i Beni Archeologici di Cagliari e Oristano)

20. Elena Romoli (Architetto - Soprintendenza per i Beni Archeologici di Cagliari e Oristano)

21. Pietro Matta (Geologo - Soprintendenza per i Beni Archeologici di Cagliari e Oristano)

22. Ignazio Sanna (Tecnico archeologia subacquea - Soprintendenza per i Beni Archeologici di Cagliari e Oristano)

23. Mariella Maxia (Assistente tecnico-scientifico - Soprintendenza per i Beni Archeologici di Cagliari e Oristano)

24. Cynthia Ventimiglia (Assistente tecnico - Soprintendenza per i Beni Archeologici di Cagliari e Oristano)

25. Antonio Zara (Assistente tecnico - Soprintendenza per i Beni Archeologici di Cagliari e Oristano)

26. Caterina Contini (Assistente amministrativo - Soprintendenza per i Beni Archeologici di Cagliari e Oristano)

27. Ada Maria Opisso (Assistente amministrativo - Soprintendenza per i Beni Archeologici di Cagliari e Oristano)

28. Ubaldo Badas (Archeologo - Museo Civico di Villanovaforru)

29. Alfonso Stiglitz (Archeologo - Ispettore Onorario Soprintendenza per i Beni Archeologici di Cagliari e Oristano)

30. Salvatore Sebis (Archeologo - Ispettore Onorario Soprintendenza per i Beni Archeologici di Cagliari e Oristano)

31. Tatiana Cossu (Archeologa - collaboratrice Soprintendenza per i Beni Archeologici di Cagliari e Oristano)

32. Mauro Perra (Archeologo - collaboratore Soprintendenza per i Beni Archeologici di Cagliari e Oristano)

33. Rita Esposito (Archeologa - collaboratrice Soprintendenza per i Beni Archeologici di Cagliari e Oristano)

34. Giovanna Pietra (Archeologa - collaboratrice Soprintendenza per i Beni Archeologici di Sassari e Nuoro)

35. Paola Pala (Archeologa - collaboratrice Soprintendenza per i Beni Archeologici di Sassari e Nuoro)

36. Giuseppe Pisanu (Archeologo - collaboratore Soprintendenza per i Beni Archeologici di Sassari e Nuoro)

37. Edoardo Riccardi (Archeologo - collaboratore Soprintendenza per i Beni Archeologici di Sassari e Nuoro)

38. Margherita Mussi (Ricercatore di Preistoria e Protostoria - Università di Roma "La Sapienza")

39. Anna Depalmas (Professore ******** di Preistoria e Protostoria - Università di Sassari)

40. Simonetta Angiolillo (Professore ordinario di Archeologia Classica - Università di Cagliari)

41. Annamaria Comella (Professore associato di Archeologia delle Province Romane - Università di Cagliari)

42. Marco Giuman (Ricercatore di Archeologia Classica - Università di Cagliari)

43. Claudio Arias (Professore associato di Metodologie della ricerca archeologica - Università di Pisa)

44. Mario Torelli (Professore ordinario di Archeologia Classica - Università di Perugia)

45. Concetta Masseria (Ricercatore di Archeologia Classica - Università di Perugia)

46. Antonella Pautasso (Ricercatrice di Archeologia Greca - C.N.R. Catania)

47. Daniela Baldoni (Professore ******** di ************- Università di **********)

48. Giulio Angioni (Professore ordinario di Antropologia Culturale - Università di Cagliari)

49. Pier Giorgio Solinas (Professore ordinario di Etnologia - Università di Siena)

50. Maria Gabriella Da Re (Professore associato di Antropologia culturale - Università di Cagliari)

51. Felice Tiragallo (Ricercatore di Discipline demo-etno-antropologiche - Università di Cagliari)

52. Franco Lai (Ricercatore di Discipline demo-etno-antropologiche - Università di Sassari)

53. Marinella Lorinczi (Professore associato di Lingue romanze moderne comparate - Università di Cagliari)

54. Cristina Lavinio (Professore ordinario di Glotto-didattica - Università di Cagliari)

55. Luigi Leurini (Professore associato di Letteratura Greca - Università di Cagliari)

56. Gian Franco Nieddu (Professore associato di Letteratura Greca - Università di Cagliari)

57. Patrizia Mureddu (Professore ordinario di Letteratura Greca - Università di Cagliari)

58. Ignazio Didu (Professore associato di Storia Greca - Università di Cagliari)

59. Elisabetta Poddighe (Ricercatrice di Storia Greca - Università di Cagliari)

60. Rita Teresa Melis (Professore associato di Geografia Fisica e Geomorfologia - Università di Cagliari)

61. Alberto Marini (Professore associato di Geografia fisica e Geomorfologia - Università di Cagliari)

62. Barbara De Nicolo (Professore associato di Tecnica delle Costruzioni - Università di Cagliari)

63. Gaetano Ranieri (Professore ordinario di Geofisica - Università di Cagliari)

64. Roberto Valera (Professore ordinario di Giacimenti Minerari - Università di Cagliari)

65. Ulrico Sanna (Professore ordinario di Scienza e Tecnologia dei Materiali - Università di Cagliari)

66. Cirillo Atzeni (Tecnico Elevate Professionalitˆ - Dipartim. Ingegneria Chimica e Materiali - Università di Cagliari)

67. Alessandro Forci (Geologo - rilevatore progetto CARG Sardegna)

68. Maria Rita Langiu (Geologa - collaboratrice Istituto Scienze geologico-mineralogiche - Università di Sassari)

69. Marcello Madau (Archeologo - Docente di Beni Culturali - Accademia delle Belle Arti di Sassari)

70. Maria Teresa Allegretti (Archeologa e giornalista)

71. Paola Mameli (Geologa)