Home > Atlantikà > Un bilancio, i progetti > La Giuria degli Esperti > Gli Scrittori critici / Carlo Fruttero & Franco Lucentini

Gli Scrittori critici / Carlo Fruttero & Franco Lucentini

giovedì 30 dicembre 2004

Pubblicato su "La Stampa" del 15 giugno 2002, con il titolo "Una crociera nei secoli tra le Colonne d’Ercole".

Male informati come siamo (colpa nostra) circa quello che succede nel mondo dei giornali, di libri e librerie, della tv, della radio, di Internet ecc., abbiamo l’impressione forse errata che tutti questi bei mezzi di diffusione non stiano concedendo molto spago a Sergio Frau e a una sua singolare inchiesta. S’intitola "le Colonne d’Ercole" e il quotidiano "la Repubblica", di cui Frau è inviato, ne pubblicò lunghi estratti un paio di mesi fa. E’ un grosso volume di oltre 600 pp. (ma una buona metà sono illustrazioni) che costa 30 euro e che Frau si è stampato a sue spese.

Perché? Perché fu la prima cosa che gli chiedemmo quando ci telefonò. Conosciamo Frau per via di certe passate vicende paesaggistiche e sappiamo che è un grande appassionato viaggiatore. Estroverso, generoso, entusiasta, gode di un consolidato prestigio giornalistico e ci sembrava strano che non avesse trovato un editore per il suo libro. Rispose che in verità non l’aveva nemmeno cercato: l’argomento del libro - ci spiegò a mezza bocca - era top-secret, troppo alto il rischio che nei vari passaggi editoriali, agente, consulenti, curatori, correttori, il secret venisse prematuramente messo in circolazione e quindi carpito, plagiato, sfruttato in fretta e furia da altri. Pensammo a qualcosa come Ustica, ma Frau rise sonoramente. Sì, c’entrava eccome il mare, il Mediterraneo, ma l’inchiesta andava ben più in là, il mistero era ben più complesso. La parola non fu mai detta ma dalla sua voce eccitata ci rendemmo conto che l’inquirente sentiva di avere in mano uno scoop. Quando il volume arrivò a casa nostra vedemmo subito che i timori dell’autore erano esagerati. Nessuno avrebbe potuto "rubargli l’idea", come si dice, e farne un libretto-pirata. La ricerca riguardava millenni di storia, la documentazione era imponente, il montaggio degli indizi, dei sospetti, delle congetture, dei nessi, aveva un’impronta troppo personale, autobiografica, per poter essere scopiazzata. Diciamo dunque in due parole qual è la tesi di Frau: nei tempi più remoti, prima della storia, prima della geografia le Colonne d’Ercole non erano dove sono adesso, cioè allo stretto di Gibilterra, ma molto più a oriente, al Canale di Sicilia. E l’Atlantide, il favoloso continente scomparso, era in realtà la Sardegna. Due botti strabilianti, certo, e l’autore ne è ben consapevole. Copertina e retro, prefazione, postfazione, appendici, ringraziamenti - tutto ciò insomma che si definisce paratesto - tende a mettere le mani avanti. Questo non è il libro di uno scienziato, ripete Frau, io non sono un antichista, un geologo, un geografo, uno storico. E sceglie un tono scanzonato, colloquiale, per non darsi arie da accademico e raccontare animosamente la sua grande avventura: come gli venne la prima intuizione, come cominciò a raccogliere notizie che tutte puntavano in quella direzione, come trovò conferme presso Erodoto, Platone, Cratete, Diodoro Siculo, Dionigi di Alicarnasso e altri vip del passato, ma anche presso i maggiori studiosi del nostro tempo, Braudel, Donadoni. L’effetto generale, anche per merito delle centinaia di "figure", è quello di un puzzle riordinato con piglio impetuoso e nascosta meticolosità a partire da quella che si chiama paleo-geografia e che ovviamente è una nebulosa di suggestioni, possibilità, biforcazioni e intrecci da vertigine da Omero a Flaubert. Tutto resta discutibile, come non si stanca di ripetere lo stesso indagatore, di prove definitive non ce ne sono, non ce ne saranno forse mai. Ma il dubbio, sollevato non di rado da dilettanti di genio, ha pur contato nella storia delle grandi scoperte del mondo antico. E i ben concatenati dubbi di Sergio Frau vale la pena di goderli come una movimentatissima crociera a vela su e giù tra secoli, isole, civiltà, miti. Per chi non sapeva o non sospettava niente c’è comunque molto da imparare.