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Università di Roma “La Sapienza”. Conclusioni del Professor Andrea Carandini

venerdì 21 gennaio 2005

«....La sfida è aperta. E aspettiamo Sergio Frau di nuovo qui fra di noi - quando lui crederà e quando lui vorrà - per continuare a lanciare queste sfide agli studiosi, che a volte - come nel caso mio che stavo sempre lì, in zona dei Beati - senza essermele mai precisate...

Le Isole dei Beati - adesso, secondo me - sono tutte lì: cioè sono quelle “tue”...
Praticamente Sardegna, Corsica e Elba e, forse addirittura, persino Baleari alla fine. Cioè le Isole dei Beati sono le isole dell’Occidente. E la costa del Tirreno è chiaramente collegata alle Isole dei Beati: è la terra di fronte...
Come se l’Europa finisse sul Tirreno, cioè l’Italia fosse il limite del continente, in qualche misura, e poi c’è quest’Oceania.
Adesso è così che la vedo...
Io non la vedevo così prima di aver letto il tuo libro...
E quindi veramente trovo questo rapporto tra diversi modi - angolature di studio, questo non arroccarsi - io lo trovo estremamente stimolante....
Poi il fatto interessante è anche di considerare i miti - non dico come storia, assolutamente - ma come prodotti storici... I miti non esistevano dalle origini, qualcuno li ha fabbricati: sono dei manufatti, degli impianti di mnemotecnica che qualcuno ha costruito in un certo momento e che poi sono durati nel tempo.
Ma prima non c’erano.
Quando sono stati inventati? E da chi? E a qual fine?...
L’altra cosa ancora è che naturalmente è molto facile seguire le tradizioni.
Se uno ha una tradizione di studi ci vive dentro rannicchiato, dà un contributino, modifica una virgoletta, eccetera eccetera...
Poi c’è a un certo punto un navigatore solitario...
Perché quando lui mi ha chiesto questa storia del Mediterraneo... è un tema che non avevo mai affrontato: era una ricerca che andava fatta... Solo lui la poteva fare...
Io mi ricordavo che c’era un po’ quest’idea del confine che si sposta...
Ma non era stata portata alle sue conseguenze, ed è chiaro che fin che non si risolveva il problema delle Colonne d’Ercole - che è un po’ la chiave di volta - è chiaro che tutto il resto non si poteva organizzare...
Tutto si organizza intorno a questo “codice di accesso”, a questa “chiave di volta”...
Lui l’ha presa, l’ha risolta e ha riorganizzato l’immaginario del Mediterraneo Occidentale.
Io la trovo una cosa fantastica.
Ha fatto il navigatore solitario...
Qui ci sono stati una serie di studiosi molto intelligenti - che sono stati qui presenti - che lo hanno supportato... Però avrebbero anche potuto dirti - e questo te lo posso garantire - “tu sei un pazzo”, “tu non sei una persona credibile, non sei un professionista”, “e, quindi, noi pigliamo le distanze”...
Generalmente, questo avviene.
Tu invece hai avuto una grande fortuna di trovare degli specialisti che sono intervenuti qui, che - per una volta - hanno fatto il contrario: per una volta - invece di trincerarsi nella difesa della corporazione - ti hanno seguito...
Quindi, credo che è un insegnamento per tutti noi: e adesso non dico che noi ti potremo copiare, però questo libro che è un “unicum”, è un’invenzione anche di un nuovo genere letterario. Non dico che noi studiosi tradizionali possiamo copiarlo, però imparare un pochino di più a raccontare - fin dall’interno - il processo di conoscenza. Questa è una cosa che potremmo imparare da te. Cioè non usare sempre quel linguaggio accademico forbito... Ma anche raccontare come arriviamo - ragionando anche dentro noi stessi o anche stimolati da altri - a delle nostre convinzioni.
Io, per esempio, debbo dire che le due colleghe soprattutto che hanno parlato per prime sono delle grandi affabulatrici: sviluppare anche dentro di noi questa capacità del racconto per cominciare anche noi a vedere un pubblico non dico di tredicimila lettori (che poi naturalmente sono molti di più perché, poi, i libri si passano...). Insomma: uscire dalle nostre pochissime copie
(Frau: “Però voi non potete: perché questo mio è il diario di un ignorante, un ignorante con una curiosità colta... Voi, invece, siete troppo colti per poter avere e confessare tutti i miei dubbi...”)

*ordinario di archeologia classica.
Alla conferenza di presentazione della ricerca di Sergio Frau
all’Università “La Sapienza” di Roma il 14 marzo 2003.